Non un solo stile: scegliere il Linguaggio migliore per comunicare

linguaggio migliore per comunicare

Non è mai facile trovare il linguaggio migliore per comunicare oggi giorno. Nel mondo degli agenti immobiliari gira spesso un modo di dire molto simpatico. “È facile vendere la casa di Barbie, ma se sei davvero bravo vendi quella della famiglia Addams”. Stringi stringi il significato è questo: è facile vendere un prodotto bello e che piace, ma se ne hai uno di non alta qualità o che, peggio ancora, casca a pezzi come fai?

Ecco, questo è un magheggio che, magari, nel mondo immobiliare può funzionare, ma che non può riuscire nemmeno all’addetto stampa più bravo ed efficiente del mondo. Se si vuole comunicare un qualcosa di scadente, di raffazzonato, di eccessivamente auto-promozionale, sarà difficilissimo riuscire a trovare la chiave di volta per trasformare la ferraglia in oro. Anzi, correggendoci, qualche ufficio stampa in un determinato contesto può anche riuscire a fare questo, può riuscire a piazzare il “colpo gobbo”, può riuscire a veicolare e far pubblicare qualcosa di scadente. Ma questo giochino quante volte può riuscire? Una, forse due se si ha un ufficio stampa molto smaliziato. Ma alla lunga quanto l’attività dell’ufficio stampa può diventare, di fatto, un’attività di pubblicità? Quante volte si riuscirà a trovare il linguaggio migliore per comunicare qualcosa di poco mercato?

Ben poche volte, perché la differenza di fondo la fa sempre l’obiettivo: la pubblicità vuole vendere, la comunicazione vuole comunicare. Sembra un concetto banale, ma non è così. Anche perché fra questi due mondi vi è spesso un confine molto sottile, superarlo in un senso o nell’altro è molto facile. Ecco perché alla base dell’attività di un ufficio stampa più di un prodotto deve esserci sempre una notizia: che poi, all’atto pratico, sia anche legato ad un aspetto commerciale è il secondo passo, ma in prima fila verso l’esterno quello che si cerca di comunicare è sempre un concetto che può essere utile e di interesse verso il maggior numero di persone possibili.

E come si fa? Sembra facile, ma non è difficile… L’importante in questo ambito è l’uso del linguaggio, è soprattutto trovare il linguaggio migliore per comunicare, avere la capacità di partire da questa condivisione di informazioni, dalla voglia di gridare al mondo una particolare cosa. Da lì, dopo aver dato la notizia, vi si costruisce attorno una struttura, un racconto, una spiegazione, una storia. Fatti, passato, presente e futuri possibili scenari si condensano in un solo testo che deve avere due capacità. La prima l’abbiamo già sviscerata, ovvero far diventare notizia lo scopo del testo che viene scritto, mentre la seconda è quella di riuscire a tenere il lettore incollato davanti al foglio fino alle ultime righe. Perché questo vuol dire essere riuscito a catturare la sua curiosità ed il suo interesse, una cosa per nulla scontata.

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