I canali migliori per comunicare, le esperienze di ieri e di oggi

canali migliori per comunicare

Ma quali sono i canali migliori per comunicare? Quando si pensa a campagne di promozione sulla stampa non si possono separare le mele dalle pere. O le banane dalle ciliegie. È consigliabile, insomma, non prediligere una via di comunicazione piuttosto di un’altra, non “discriminarne” nessuna a vantaggio di altre.

Non abbandonare la stampa tradizionale per abbracciare solamente il web ed il mondo dei social network, così come non si può snobbare completamente la Rete etichettandola, magari, come “cosa da ragazzini”. Questo perché si tratta di canali di comunicazione i quali non è scontato affatto portino verso lo stesso pubblico, anzi. Capita spesso che colui che al bar oppure a casa legge anche la notiziola di taglio basso a pagina 44 del quotidiano locale, non abbia la stessa solerzia nel consultare le news on-line su tutti i siti internet o i social possibili ed immaginabili e viceversa. Serve, allora, un vero e proprio progetto organico di comunicazione per capire quali siano i canali migliori per comunicare: la rete più ampia gettata in mare aiuta non poco a portare a bordo sempre più pesce fresco.

Per una buona pesca serve, quindi, gettare amo e rete in più corsi d’acqua differenti, il che vuol anche dire adattare la comunicazione alle diverse tipologie di media. Un post su Facebook non potrà mai servire uguale identico su un quotidiano, il copia/incolla in questi casi raramente funziona ed ancor più di rado si dimostra come un metodo efficace. Rapido certamente, ma non utile per il raggiungimento dell’obiettivo finale. Ed è qui che entra in gioco il “sarto”, ovvero l’ufficio stampa, colui chiamato a prendere la stoffa – ovvero i contenuti, le news, il materiale da comunicare – ed iniziare un lavoro di confezionamento degli abiti. Scegliendo, in base alle esigenze, quali sono i canali migliori per comunicare. Per il web il vestito della notizia sarà casual ma appariscente, capace di attirare l’occhio e l’interesse del lettore, sbarazzino quanto basta ma con un proprio stile ben riconoscibile; mentre sui media tradizionali una camicia ed una giacca sono sempre graditi, in alcuni casi cravatta e pochette rappresentano quel tocco di eleganza in più che non guasta mai. Il tutto, comunque, sempre in base alle necessità di ogni singolo canale di comunicazione, così da raggiungere un target sempre più ampio e variegato di persone.

Questo perché? Il motivo è presto detto, se passeggiate nel centro storico della vostra città vi capita mai di alzare lo sguardo e dire “Ma quel cartellone da quanto tempo è qui?”. Oppure vedere un nuovo arredo urbano in una piazzetta e dire “Ma da quanto tempo è stato realizzato?”. Nei ritmi vorticosi di questi anni Duemila e spiccioli possono scappare via, scivolare fuori dal personale cono di attenzione, anche cose enormi come un maxi cartellone in pieno centro o il restyling di una piazza. Figuratevi come possono facilmente cadere nell’oblio post, testi, scritti, che non siano in grado di attirare l’attenzione necessaria. E che, soprattutto, non riescano a comunicare nulla, a lasciare nulla, nemmeno il più piccolo stimolo intellettuale, in colui che lo legge. Per questo è molto utile programmare una campagna di comunicazione che non sia ad una sola direzione, ma che – utilizzando linguaggi e singolarità differenti – possano abbracciare in modo diverso tutti i canali migliori per comunicare. Raggiungendo, così, dei target differenti.

 

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